Ho sempre visto Luigi così, un personaggio da fumetto travestito da Paperino, che percorreva il mondo in tutti i sensi, il più delle volte in retromarcia, con un gran sorriso sulle labbra e lo sguardo vivace dietro un paio di occhiali rotondi e opachi, attraverso i quali le immagini entravano nel suo mondo di favole.
Da parte mia provavo un’immensa tenerezza per quell’ometto malvestito e con la testa tra le nuvole, ma dotato di una malizia, un’intelligenza, una vivacità di spirito e soprattutto di un’umanità che illuminavano la mia vita e venivano, come un sole, a riscaldare e riattivare le mie origini italiane, senza mai smettere di donare loro consistenza, un legittimo senso critico e anche un po’ di autoironia.
Claude Nori - Luighi Ghirri. L'amico infinito